Cristoforo Colombo: il burattino di Papa Innocenzo VIII

Non fu Cristoforo Colombo a scoprire l’America, ma fu Papa Innocenzo VIII; il mistero che avvolge questo viaggio verso il nuovo mondo è pieno di segreti. Lo studioso Ruggero Marino ritiene di aver scoperto, tramite molte carte presenti in Vaticano, che Cristoforo Colombo fu in realtà un inviato della chiesa per poter avviare una nuova crociata e liberare così Gerusalemme ed il Santo Sepolcro. Fu Infatti il Papa a volere la spedizione verso la sconosciuta America, In cambio però, la Spagna, doveva finanziare un’altra crociata in terra santa. La chiesa sapeva benissimo dell’esistenza del nuovo continente, e per questo motivo finanziò Colombo in modo da poter stringere un patto con la Spagna, che invece, come tutto il resto del mondo conosciuto, ancora non sapeva nulla di quel mondo lontano che un giorno avrebbe determinato tanto dello sviluppo socio-politico e commerciale. Il navigatore era convinto che la conversione universale, fase preparatoria della fine del mondo, sarebbe avvenuta nel giro di pochi anni e poteva realizzarsi con la scoperta ufficiale delle ultime terre sconosciute. Ci sarebbero anche delle prove specifiche sul fatto che la chiesa in realtà sapeva già tutto circa l’esistenza dell’America nella tomba in San Pietro di Innocenzo VII: il Papa morì il 25 luglio 1492 giorno in cui si festeggia San Cristoforo, pochi giorni prima della partenza di Cristoforo Colombo da Portopalos, sulla sua lapide venne ritrovata una scritta: “durante il suo pontificato la scoperta di un nuovo mondo”. Secondo Marino il Vaticano all’epoca sapeva benissimo dove stava per andare Colombo: “lo dimostra il fatto che anche oggi non trovo nessuno che mi possa aiutare a leggere le carte custodite nella più totale segretezza in Vaticano” afferma con certezza insolita il giornalista; vi sarebbe anche la spiegazione strategica e politica di quella scelta segreta del 1042: la chiesa non poteva mettersi contro la cattolicissima Spagna che saccheggiò il nuovo mondo schiavizzando le popolazioni native. Tutto questo basta dunque per celebrare la scoperta dell’America di quel lontano 1492 come la più grande fake news della storia. Forse così è eccessivo ovviamente eppure l’impressione è che in Vaticano siano custoditi segreti e rivelazioni su quegli anni decisivi.